sabato 3 novembre 2012

Poltrone?



Lorenzo mi racconta che i teatri di Londra, costruiti in età vittoriana, stanno sostituendo le loro scomode poltroncine, che non consentono di assumere una postura confortevole. La spina dorsale è costretta a curvarsi per sostenere il peso della testa e i muscoli di tutto il corpo vengono sottoposti a una sgradevole tensione. Gli spettatori fanno continui movimenti per trovare un assetto più comodo, oppure tendono ad appisolarsi. Ora verranno montate poltroncine ergonomiche ma sarà un cambiamento limitato: non come quando i teatri  venivano buttati giù e rifatti interamente, come è stato per il Theatre Royal, il più vecchio di Londra, demolito e ricostruito tre volte.
Ivano, invece, dice che si è rassegnato a cambiare i mobili della sua casa senza cambiare l’abitazione, che pure ha molti difetti. Sarebbe bello avere una casa nuova ma troppo faticoso e oneroso per le sue finanze.
Metafore architettoniche per parlare di sé e del nostro lavoro. I pazienti spesso vorrebbero cambiamenti limitati, selettivi, che tolgano il disagio senza obbligare a faticose ristrutturazioni. Le emergenze emozionali, come le pietanze troppo forti assaggiate all’estero, sono fastidiose e mettono in contatto con altri mondi.
E gli psicoanalisti? Tanti soffrono di mal di schiena, per le molte ore trascorse seduti ma soprattutto per le tensioni immagazzinate sul lavoro e comprano ingombranti poltrone ergonomiche. Più facile, anche per loro, piuttosto che tornare di tanto in tanto in analisi, come suggeriva Freud, affidarsi alla poltrona ortopedica?

            Emilio Masina