Lorenzo mi racconta che i teatri di Londra,
costruiti in età vittoriana, stanno sostituendo le loro scomode poltroncine, che
non consentono di assumere una postura confortevole. La spina dorsale è costretta
a curvarsi per sostenere il peso della testa e i muscoli di tutto il corpo
vengono sottoposti a una sgradevole tensione. Gli spettatori fanno continui
movimenti per trovare un assetto più comodo, oppure tendono ad appisolarsi. Ora
verranno montate poltroncine ergonomiche ma sarà un cambiamento limitato: non
come quando i teatri venivano buttati
giù e rifatti interamente, come è stato per il Theatre Royal, il più vecchio di
Londra, demolito e ricostruito tre volte.
Ivano, invece, dice che si è rassegnato a cambiare i
mobili della sua casa senza cambiare l’abitazione, che pure ha molti difetti.
Sarebbe bello avere una casa nuova ma troppo faticoso e oneroso per le sue
finanze.
Metafore architettoniche per parlare di sé e del
nostro lavoro. I pazienti spesso vorrebbero cambiamenti limitati, selettivi,
che tolgano il disagio senza obbligare a faticose ristrutturazioni. Le
emergenze emozionali, come le pietanze troppo forti assaggiate all’estero, sono
fastidiose e mettono in contatto con altri mondi.
E gli psicoanalisti? Tanti soffrono di mal di
schiena, per le molte ore trascorse seduti ma soprattutto per le tensioni
immagazzinate sul lavoro e comprano ingombranti poltrone ergonomiche. Più facile,
anche per loro, piuttosto che tornare di tanto in tanto in analisi, come
suggeriva Freud, affidarsi alla poltrona ortopedica?
Emilio Masina